Bob Dylan: quando la poesia diventa canzone

Bob Dylan (Duluth, 24 maggio 1941) è un cantautore, compositore, musicista e poeta statunitense. Nato Robert Allen Zimmerman ha legalmente cambiato il suo nome in Bob Dylan nell’agosto 1962. Distintosi anche come scrittore, poeta, pittore, scultore e conduttore radiofonico, si è imposto come una delle più importanti figure a livello mondiale in campo musicale, in quello della cultura di massa e in quello della letteratura. Oltre ad aver di fatto creato la figura del cantautore contemporaneo, a Dylan si devono, tra le altre cose, l’ideazione del folk-rock (in particolare con l’album BringingItAll Back Home, 1965), il primo singolo di successo ad avere una durata non commerciale (gli oltre 6 minuti della celeberrima Like a Rolling Stone, 1965) e il primo album doppio della storia del rock (Blonde on Blonde, 1966). Il video promozionale del brano SubterraneanHomesick Blues (1965) è considerato da alcuni il primo videoclip in assoluto.L’album Great White Wonder (1969) ha lanciato il fenomeno dei bootleg, mentre la tripla antologia Biograph (1985) è considerata uno dei capostipiti dei box set. Tra i molti riconoscimenti che gli sono stati conferiti vanno menzionati dieci Grammy Award,tra cui quello alla alla carriera nel 1991, il Polar Music Prize nel 2000, il Premio Oscar nel 2001 (per la canzone Things HaveChanged, dalla colonna sonora del film Wonder Boys, per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe), il Premio Principe delle Asturie nel 2007, il Premio Pulitzer nel 2008, la National Medal of Arts nel 2009, la PresidentialMedal of Freedom nel 2012 e la Legione d’Onore nel 2013. Il 13 ottobre 2016 gli è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: Prima di lui solo George Bernard Shaw era riuscito a vincere sia un Nobel che un Oscar. È stato anche nominato Commandeur de l’OrdredesArts et desLettres dal ministro della cultura francese Jack Lang a Parigi il 30 gennaio 1990. La rivista Rolling Stone lo inserì al secondo posto nella lista dei 100 miglior artisti, al settimo in quella dei 100 migliori cantanti e, nel 2015, al primo in quella dei 100 migliori cantautori. Nel corso degli anni Dylan ha ampliato e personalizzato il suo stile musicale arrivando a toccare molti generi diversi come country, blues, gospel/spiritual, rock and roll, rockabilly, jazz e swing, citando anche musica popolare inglese, scozzese e irlandese Importantissimo nell’evoluzione della musica popolare, Bob Dylan si è imposto con una musica d’autore caratterizzata per la moderna vena poetica. Fonde folk, country, gospel, soul e cita le ballate liriche inglesi oltre alla musica popolare scozzese e irlandese. Riprende le liriche dal rock ‘n’ roll e fa leva su una voce nasale baritonale che risente la lezione del blues: un genere che “ha cantato in modo glaciale, tutto bianco, diametralmente opposto a quello caldo e sofferto dei neri.” Gli sono riconosciute la paternità del folk rock, genere che adotta una strumentazione elettrica allontanandosi dalle armonie del folk, quella della psichedelia, nonché l’invenzione dell’album inteso come opera d’arte e non più solo come semplice raccolta di canzoni. Dopo il secondo album The Freehweelin’ Bob Dylan (1963), con cui si imporrà alle masse come cantautore generazionale di protesta, Dylan si è allontanato dai “talking blues” delle origini per abbracciare il folk rock con l’album della maturità Highway 61 Revisited (1965) e la psichedelia, come confermerà il successivo Blonde on Blonde (1966). Subito dopo l’uscita di John WeasleyHarding (1967), dai toni asciutti e severi, il suo repertorio si è addolcito in modo considerevole abbracciando il country. A conferma di questa nuova fase vi sarà Nashville Skyline (1969) che contribuirà a popolarizzare il genere country rock. Più tardi avrebbe pubblicato Blood on the Tracks (1975) e Infidels (1983), annoverati rispettivamente i capolavori degli anni settanta e ottanta e avrebbe intriso il repertorio di riferimenti Tex-Mex come evidenziano PatGarrett (1973) e Desire (1976). Con la conversione dell’artista al cristianesimo evangelico del 1979, il musicista ha pubblicato esclusivamente musica dai connotati religiosi per qualche anno. Successivamente, è tornato a pubblicare album dal caratteristico stile cantautoriale citando occasionalmente le sue origini folk e rock. AllMusic lo considera esponente del “folk politico”, della “canzone di protesta” del “contemporary pop/rock” e dell’”AM pop”.

cosa significa crooner

Lo stile di canto dei crooner è nato negli Stati Uniti dopo l’avvento del microfono, che rese meno indispensabile la potenza vocale e permise al cantante l’utilizzo di una tecnica sussurrata. Il crooning è uno stile e una tecnica di canto che si fonde col jazz e con un certo tipo di musica ballabile. L’ambiente ideale per l’esibizione del crooner è il locale di piccole dimensioni, con tavolini e luci soffuse e una piccola pista da ballo. In questi locali, l’accompagnamento musicale più congeniale diviene quello costituito da basso, batteria e piano; di conseguenza, la voce, benché sussurrata, diviene l’elemento essenziale. Uno dei prototipi del crooner è stato Bing Crosby, anche se l’esponente più popolare nel Novecento è stato, senza dubbio, Frank Sinatra. Non vanno comunque dimenticati il “caposcuola”, l’italoamericano Russ Colombo e il “colored” (così si definiva) Herb Jeffrey, nonché i crooner afroamericani, a cominciare da Billy Eckstine, da molti (Ellington, Basie, Fatha Hayes, Q.Jones, L.Humpton, C.Calloway) considerato il migliore in assoluto; quindi, Johnny Hartmann, Nat King Cole, Arthur Praysock, Freddy Cole, Joe Williams, Earl Coleman… In Italia, il genere ha avuto un breve momento di popolarità tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio dei sessanta, con esponenti quali Teddy Reno, Emilio Pericoli, Johnny Dorelli, Nicola Arigliano, Marino Barreto Junior, Paolo Bacilieri. A questo gruppo di cantanti fu attribuita, all’epoca, l’etichetta di cantanti confidenziali, in contrapposizione alla categoria degli urlatori, della quale facevano parte personaggi quali Adriano Celentano, Tony Dallara, Little Tony. In un secondo momento sono arrivati al successo Bruno Martino, Peppino Di Capri e Fred Bongusto che comunque si ricollegano in qualche modo a questo stile musicale. A partire dal 2006 si è affermato, anche a livello internazionale, Mario Biondi.